Quando si pensa a cosa fare dei propri risparmi quasi sempre uno degli obiettivi è “Non si sa mai!”.
Ed è vero che certamente il denaro può essere utile se ci accade un evento totalmente inaspettato e imprevisto, ma molto spesso, purtroppo, si confonde il “non si sa mai” con il “non so cosa voglio”. Alla base della pianificazione finanziaria, risiede l’idea del Goal Based Investing, vale a dire il ragionare di investimento in termini di raggiungimento di obiettivi e soddisfacimento dei bisogni. In questa ottica, allora, è bene che il nostro patrimonio abbia delle destinazioni ben definite, arrivando a dargli un nome.
Come certi nostri nonni diverso tempo fa che conservavano in cassetti diversi somme di denaro per le diverse esigenze (la spesa, le medicine, i regali, ecc) anche l’investitore di oggi deve avere mentalmente tali cassetti. E in questo processo può e deve essere supportato dal consulente finanziario.
Obiettivi si, ma quali?
Certo ragionare per obiettivi è sicuramente un atteggiamento giusto e lungimirante. Il problema, come detto, è che molte volte non abbiamo chiaro noi stessi cosa desideriamo ottenere con il nostro patrimonio rimanendo semplicemente in finestra ad attendere un “non si sa mai” che non avviene mai. Per identificare propri obiettivi dobbiamo analizzare, da soli o con l’aiuto di un professionista, la nostra vita, la nostra sfera famigliare, i rischi, le opportunità che possiamo incontrare nella nostra percorso e identificare i nostri desideri, anche quelli meno probabili. Per facilitare il percorso ci viene in aiuto la cosiddetta piramide dei bisogni finanziari.
Come si vede dalla figura, che riprende il concetto espresso dalla piramide di Maslow, i bisogni dell’essere umano possono essere categorizzati in vari cluster a seconda del rischio / obiettivo che vanno a coprire / soddisfare e il tempo che necessitano per essere raggiunti.
Se l’analisi della propria condizione patrimoniale/finanziaria/famigliare viene eseguita attentamente, può essere possibile “inscatolare” i propri desiderata all’interno dei cluster, e avviare una corretta pianificazione finanziaria.
I cluster della piramide dei bisogni finanziari
Nel primo cluster c’è sicuramente la protezione del patrimonio di cui si parlerà tra poco. Nel secondo cluster trova spazio la liquidità, vale a dire quell’ammontare di denaro che serve ad affrontare l’ordinario, le spese correnti che potremmo aspettarci in un periodo “normale”. Al terzo cluster, ecco apparire il “non si sa mai”. In questa categoria entrano le riserve non necessariamente liquide ma prontamente liquidabili, che consentano di effettuare spese imprevedibili e impreviste, nonché soddisfare bisogni urgenti e non programmati.
Via via che si avanza con i cluster, aumenta l’orizzonte temporale di soddisfacimento e la rischiosità che possiamo permetterci di affrontare. Ecco, quindi, la spesa per la previdenza complementare, la riserva per l’investimento di lungo periodo guidato dalla pianificazione finanziaria e, infine, nel lunghissimo periodo, l’extra rendimento, vale a dire quella parte di rendimento generata dall’investimento che non era preventivata e va oltre la pianificazione ex ante.
Come è facile vedere, i primi tre cluster rappresentano la base dei bisogni finanziari, ma ne rappresentano solo una parte. Troppo spesso, infatti, la piramide dei bisogni “percepita” è più simile a quella della figura a lato.
In questa piramide “sbagliata” la parte preponderante è quella adibita al “Non si sa mai”, al soddisfacimento dell’imprevisto. E’ questo il caso delle persone che accumulano risparmi e patrimonio in conto corrente per aver la assoluta certezza di non vedere oscillazioni nel loro valore e la pronta liquidabilità in caso di bisogno.
Solitamente, una piccola parte di questa piramide è dedicata al extra rendimento, vale a dire all’investimento di una piccola porzione di patrimonio che debba portare il massimo rendimento. Meglio se nel breve periodo.
Dare un nome al "non si sa mai"
Come si esce dall’inganno della piramide “sbagliata”? Come si può cominciare a pianificare davvero il proprio futuro? Dando un nome a quello che non si conosce. dando un nome al “Non si sa mai”.
Quali sono gli accadimenti che possono stravolgere la nostra vita per i quali potremmo dover ricorrere alle nostre risorse finanziarie? In primo luogo, gli eventi fatali della vita. Una spesa medica per un infortunio imprevisto (possono esistere infortuni prevedibili?) o una malattia o un’operazione chirurgica. Un danno arrecato a terze persone nello svolgimento della propria professione o nella propria vita. Una spesa per effettuare delle riparazioni alla nostra casa. O alla nostra macchina. Fino ad arrivare al caso estremo di ipotizzare la morte nostra o di un nostro famigliare.
Tutti questi eventi, poco probabili ma estremamente dannosi, devono essere affrontati con le giuste risorse. Ecco quindi che ci troviamo nel primo cluster della famosa piramide. La protezione del capitale.
Identificare ciò che ci spaventa ci aiuta ad affrontarlo. Una assicurazione medica ci aiuta economicamente ad affrontare un intervento chirurgico inatteso? Si. Un’assicurazione long term care ci aiuta a sostenerci se dovessimo risultare non più autosufficienti? Si. L’assicurazione di responsabilità civile ci aiuta nel momento in cui facciamo danni a terzi? Certamente si. Sono un importante professionista con mille responsabilità. Ho un’adeguata assicurazione che tuteli me e la mia famiglia in caso di bisogno? In questo modo si scandagliano i rischio insiti in noi e le soluzioni per affrontarli.
In secondo luogo, la protezione libera le risorse. Immaginiamo di aver timore di dove affrontare da un momento all’altro quell’operazione che temiamo da tempo. Sappiamo che il costo può essere intorno ai 10.000 €. La soluzione non è quella di tenere 10.000 € sul conto corrente perchè “da un momento all’altro non si sa mai”. Piuttosto è quella di spendere, ipotizziamo, 2.000 € per stipulare una buona assicurazione medica. Così, 8.000 € vengono liberati e possono trovare collocazione più utile negli altri cluster.
L'illusione della liquidità
Passiamo quindi al secondo cluster. La liquidità. Croce e delizia del risparmiatore italiano. Nel corso del 2020 e del 2021 le somme accantonate sui conti corrente ha raggiunto i massimi livelli fino a toccare la cifra monstre di 1.161 miliardi di euro.
Come mai questo mare di liquidità viene parcheggiato sui conti correnti, generalmente infruttiferi (almeno fino al 2022)? Per la loro pronta liquidabilità e certezza nel valore, si crede. In realtà sappiamo bene che la storia non è proprio così e ce ne accorgiamo maggiormente in questo periodo. La moneta non perde mai il suo valore. Ma ricordiamo che il suo è un valore NOMINALE. Il nemico della liquidità è l’inflazione. L’aumento dei prezzi erode il valore REALE della moneta. Tanto più quando questa è alta come nel corso del 2022/2023 e chissà per quanto altro ancora.
Un tool molto utile per provare “con mano” ce lo fornisce l’Istat. Secondo l’Istituto di Statistica, 10.000 € di oggi corrispondono a ben 14.600 € del 2003, con una svalutazione del 31% in 20 anni. Nel periodo di 10 anni, invece, la svalutazione ammonta a circa il 16%. Cosa che non dovrebbe sorprendere è che se avessimo avuto sul conto corrente 11.600 € a Gennaio 2020, oggi il valore reale sarebbe solo di 10.000 €, con una svalutazione di ben 13,8% in poco più di 36 mesi. Dove va a finire quindi la certezza del valore?
Detenere eccessiva liquidità presta il fianco, in primo luogo, alla sua continua erosione a favore dell’inflazione e, in secondo luogo, al costo opportunità di impiegare diversamente il denaro corrente.
Con questo non vuol dire che la liquidità deve essere azzerata, ma che va considerata per ciò che serve e inserita nel giusto “cassetto”. Il suo scopo è quello di sopperire alle spese di tutti i giorni e a spese di importo misurabile e con buona probabilità di accadimento pertanto il suo ammontare non può essere definito ex ante ma varia da famiglia a famiglia secondo stile di vita, numerosità, ecc.
Il cluster della riserva, il "Non si sa mai"
Dopo il cluster della protezione nella priamide dei bisogni finanziari troviamo quello della riserva. Questo è il posto dove dovrebbero risiedere le risorse per fronteggiare il “non si sa mai”. Come si vede dalla figura sopra, l’orizzonte temporale per questo tipo di esigenza è il medio periodo. L’idea sottostante è chiara: una volta messo in sicurezza il patrimonio da eventi imprevedibili e potenzialmente catastrofici e considerata una liquidità sufficiente ma non eccessiva per affrontare spese prevedibili, tutto il patrimonio così liberato deve essere utilizzato e distribuito all’interno della piramide.
Nel cassetto del “Non si sa mai” le risorse patrimoniali devo essere liquidabili prontamente, ma non devono essere necessariamente “a vista”, poichè gli eventi che vengono coperti da questo cluster non hanno una elevata probabilità di accadimento e non dovrebbero avere un impatto stravolgente nella vita di tutti i giorni.
Oggi è relativamente più facile e sicuro andare a coprire questa area di bisogno con strumenti alternativi alla liquidità in conto corrente. Come si vede dai due grafici, i rendimenti di bond governativi a 3 mesi e due anni sono cresciuti enormemente nel corso dell’ultimo anno, arrivando a toccare rendimenti (nominali) del tutto interessanti.
Quando si effettua una pianificazione finanziaria, dunque, nel cassetto del “Non si sa mai” può essere una buona regola prevedere strumenti finanziari analoghi a quelli descritti, sia direttamente, acquistando titoli sul mercato, sia indirettamente tramite l’acquisto di fondi.
Tali titoli possono essere dismessi prontamente qualora si verifichi un evento imprevedibile e non coperto da altre risorse, con un impatto trascurabile sul rendimento.
Gli altri cluster : la pianificazione per obiettivi
Una volta messo in sicurezza il nostro patrimonio da eventi avversi e aver accantonato una riserva per fronteggiare gli eventi imprevedibili, il “non si sa mai” e le esigenze di tutti i giorni, tutto il patrimonio deve ora lavorare per noi. E’ il momento di ragionare sugli obiettivi di medio lungo periodo o quello che viene definito il Goal Based Investing.
In questo articolo non si parlerà di questo aspetto della pianificazione patrimoniale e finanziaria, ma si faranno degli esempi di obiettivi che vanno “inseriti” nei giusti cassetti.
Un evento che non può rientrare nella sfera del “non si sa mai” è l’acquisto di un immobile per sè o per i figli. O meglio, può rientrare quando si è prossimi all’acquisto, vale a dire nel momento in cui si comincia ad avere un’idea ben concreta della casa da acquistare. Controproducente sarebbe mantenere una quantità sproporzionata di capitale in liquidità per far fronte all’acquisto della prima casa quando il figlio è appena maggiorenne o comunque non autonomo economicamente. Un acquisto così importante deve essere pianificato con le risorse e i tempi corretti per evitare sprechi e ottimizzare il capitale.
Altro esempio tipico di obiettivo di medio-lungo periodo è la pensione. Il mantenimento del benessere dopo una vita lavorativa non è cosa che si improvvisa, tutt’altro. Per avere una pensione integrativa dignitosa con poco sforzo è bene iniziare il prima possibile accantonando una piccola parte del proprio risparmio. Anche se non si è iniziato all’inizio della carriera ad accantonare, la soluzione non è mantenere liquidità ma costruire un progetto finanziario sensato che possa portare al raggiungimento dell’obiettivo al momento del pensionamento, considerando tutti gli aspetti (fiscali, finanziari, successori).
Anche finanziare lo studio per i figli è un obiettivo che deve essere progettato con anticipo per ottimizzare al massimo le proprie risorse. D’altronde, in questo caso, non si può parlare certo di evento che non è prevedibile nel tempo o nell’accadimento, specialmente con riguardo all’aspetto della tempistica.
Ogni famiglia o individuo ha la propria lista di obiettivi, consci o meno, che deve poter raggiungere attraverso una pianificazione corretta e ottimizzante delle proprie risorse.
Conclusione: ogni cosa al proprio posto
Le risorse economico-finanziare, poche o tante che siano, per poter essere utilizzate al meglio devono essere pianificate ed organizzate. In primis occorre fare un’attenta analisi, meglio se aiutati da uno specialista patrimoniale, della propria sfera personale: lavorativa, patrimoniale, famigliare, reddituale. In questo modo si colgono gli aspetti più critici della propria vita e si stimola il pensiero circa gli obiettivi da porsi.
Una volta effettuato il primo passo, si deve provvedere a mettere in sicurezza la propria vita ed il patrimonio da eventi avversi. Occorre poi calcolare il proprio bisogno di liquidità per le spese di tutti i giorni e gli eventi con accadimento molto probabile nel breve termine. Terzo passo quantificare la parte di patrimonio che possa servire in caso di accadimento degli eventi meno probabili e dannosi, il “non si sa mai”. Così facendo, è possibile liberare dall’essere improduttiva una incredibile quantità di patrimonio che può concorrere attraverso una pianificazione finanziaria, a raggiungere gli obiettivi della famiglia e, in definitiva, a migliorare la propria vita e benessere.
01/10/2023