Quando ci si ritrova a valutare l’idea di investire il proprio denaro, due sono le considerazioni che attanagliano la mente dell’investitore comune:
Voglio investire, ma non voglio perdere!
Questo è il momento giusto per investire?
Sono queste due considerazioni dettate dalla tendenza umana a temere maggiormente le perdite, piuttosto che gioire dei guadagni e dalla paura di sbagliare, influenzata dalla poca conoscenza (o lo scarso interesse) della materia finanziaria.
Ciò è particolarmente vero in ambito di risparmio finanziario, piuttosto che in ambito, ad esempio, immobiliare. Pensiamo infatti ad una persona che è in procinto di acquistare una casa. Se, verosimilmente, si porrà la questione sulla giusta tempistica per acquistare, molto difficilmente si porrà il problema del rischio di poter perdere denaro dopo l’acquisto.
Cosa dobbiamo considerare allora quando ci affacciamo all’investimento?
Dobbiamo avere ben chiaro due cose: gli obiettivi che si vogliono raggiungere impiegando il proprio denaro e il tempo in cui riteniamo che tali obiettivi possano essere raggiunti. Come è facile vedere, niente ha a vedere con la situazione attuale di mercato, mentre la definizione dell’orizzonte temporale e dei propri desiderata per quanto riguarda il proprio denaro definiscono il rischio che si è disposti ad assumere.
Per meglio capire il beneficio del tempo quando si parla di investimenti riporto il grafico dell’indice S&P 500 nel corso delle crisi finanziarie che si sono succedute dal 1987 ad oggi:
A parte l’ovvietà di verificare che la crescita dell’indice nell’arco considerato è stata di oltre il 2000%, è bene osservare che dopo ogni momento di crisi si è assistito a periodi di forte crescita, più o meno lunghi, che hanno aperto ottime opportunità di investimento per coloro che sono rimasti “investiti” e si sono approcciati al mercato con un’ottica di lungo periodo. Basta pensare ai momenti più importanti di crescita, cioè alla ripresa dopo lo scoppio della bolla “Dot com”, in cui lo S&P 500 è cresciuto del 100% dai minimi, o alla ripresa post Crisi finanziaria del 2008, quando l’indice è cresciuto di oltre il 200% dai minimi fino alla battuta di arresto del 2015.
Nel grafico sono evidenziati anche i giorni necessari (DD) all’indice di recuperare le perdite a seguito di uno shock finanziario. Si nota che a parte i periodi della crisi del 2001 e del 2008, che hanno comportato oltre 2000 giorni per tornare ai livelli pre-crisi, mediamente il mercato ha recuperato il suo valore in periodi che vanno dai 200 ai 400 giorni, a fronte di periodi di crescita dello stesso assai più lunghi.
Cosa vuol dire investire oggi?
Vuol dire che nell’investimento non possiamo prescindere dal valutare il beneficio del tempo e che in ogni momento di mercato possono aprirsi opportunità di lungo periodo, rimanendo investiti e anzi approfittando di valutazioni più favorevoli. Si è mai visto, d’altronde, una persona che, dopo aver acquistato un immobile si decida a svenderlo perché il suo valore di mercato è diminuito? Certamente no.
Mantenere ben presente l’obiettivo per cui si è deciso di investire e l’orizzonte in cui vogliamo vedere realizzati i nostri desideri, fornisce tutte le risposte per mitigare i dubbi che attanagliano coloro che si approcciano all’investimento finanziario.
21/02/2022