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La FED lascia anche nell’ultima riunione i tassi invariati al 5,5%. E di per sΓ¨ Γ¨ una buona notizia visto che serpeggiava il timore addirittura di una ulteriore stretta ai tassi in USA. Timore infondato e smentito da Powell nella conferenza post decisione. Nessun aumento in vista e aspettative di tagli ridotte ad un singolo intervento nel corso dell’anno, probabilmente verso la fine dell’anno. Conseguenza inevitabile un aumento del decennale americano che torna a livelli del 4,6% vicino alla soglia psicologica del 5%. Mercato azionario nervoso che sconta un pΓ² di perdite di valore, anche in considerazione di prese di profitto per la corsa dei listini che durava da Ottobre 2023, ma contiene le perdite. Intanto tanti dati macro-economici favorevoli in area Euro: disoccupazione Tedesca, Inflazione Italiana e tedesca sotto le attese e PIL in crescita. Dall’altra parte dell’Atlantico invece continua la pioggia di dati negativi: inflazione al consumo sopra le attese, disoccupazione sotto le attese, nuovi occupati sopra le attese e maggior costo del lavoro. Una configurazione ideale per pensare che la BCE possa davvero anticipare le mosse della FED, tagliando i tassi, giΓ da questa estate
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Se la BCE Γ¨ prossima al taglio dei tassi e la FED rimane in attesa, questo potrebbe avere conseguenze sul cambio Euro/Dollaro, a favore di quest’ultimo. In linea di massima, cosa succede se il Dollaro si apprezza? In primis, si Γ¨ stimato empiricamente che ad un aumento del biglietto verde il commercio internazionale si riduce, esportando deflazione e rallentando la crescita economica. In secondo luogo il costo delle materie prime, tra tutte Oro e Petrolio, espresso in USD, aumenta per i paesi importatori, provocando una maggiore inflazione da importazione. Per i paesi emergenti un dollaro forte non Γ¨ una buona notizia poichΓ¨ spesso il debito dei loro Governi sono espressi in dollari e quindi risulta piΓΉ oneroso rifinanziare il debito. Per gli Stati Uniti questo significa un rallentamento dell’economia specialmente per quei settori esposti all’export e viceversa, per i Paesi che esportano verso gli USA tra i quali l’europa, si assiste ad uno slancio delle esportazioni che stimola l’economia.