Cambiare Banca è una scelta che molti clienti hanno accarezzato più di una volta nella vita. Le ragioni per cambiare possono essere le più ragionevoli e disparate: non avere un punto di riferimento, avere un servizio scadente o assente ad un costo eccessivo, mancanza di personalizzazione, scarsa fiducia, ecc.
Però cambiare implica, comunque vada, delle emozioni e pertanto molto spesso si preferisce procrastinare la scelta o accettare una situazione anche se non ci soddisfa più. In più, cambiare banca comporta sicuramente dei costi, iter burocratici noiosi e lunghissimi.
In questo articolo vediamo come cambiare Banca in realtà è molto più semplice ed immediato di quello che si può immaginare. Vedremo le ragioni per cui cambiare intermediario e come fare nelle varie situazioni.
Essere più veloci di Bolt e Hamilton
Nove secondi e 58 decimi. Questo è il tempo che è servito ad Usain Bolt a percorrere i 100 metri di pista e far segnare il record nella disciplina, ancora imbattuto.
Nel 2020 nel circuito automobilistico di Monza, Lewis Hamilton ha impiegato appena 1 minuto, 18 secondi e 887 millesimi per percorrere i 5,8 Km di pista, ad una velocità di circa 264 Km/H!
Potremmo mai battere Bolt sulla corsa o Hamilton in pista? Si! Ma per riuscirsi dobbiamo cambiare gli strumenti a nostra disposizione e metterci nella migliore condizione possibile.
Se al campione giamaicano legassimo una cinta di qualche decina di kg in vita e lo facessimo correre con i nostri figli sulle spalle o se il pilota inglese corresse su una vecchia ‘500 scassata e con poca benzina sarebbe così impossibile vincere?
Probabilmente no, perchè saremmo nella nostra migliore condizione per ottenere il massimo dalle nostre capacità.
Analogamente, quando cambiamo banca, cerchiamo la migliore condizione per ottenere il massimo dalle nostre possibilità.
Perchè cambiare Banca?
In ambito bancario e finanziario. La banca che cura i nostri investimenti, il nostro patrimonio e, in definitiva, la nostra vita, può essere il miglior interprete delle fasi di mercato o lavorare nella Banca che ha una storia millenaria alle spalle, ma avrà anche lui difficoltà a consegnarci qualità, se non ha a disposizione strumenti che massimizzino la qualità del servizio reso rispetto al costo.
Spesso nella mia professione mi trovo a dover analizzare delle soluzioni di investimento consigliate dalla propria Banca abituale alle persone che si rivolgono a me. Ed è con grande dispiacere, anche se non proprio con sorpresa, che il più delle volte scopro che ciò che mi viene presentato nulla ha a che fare con l’attitudine della persona, il suo appetito per il rischio, la sua conoscenza finanziaria, la sua ricerca di sicurezza e i suoi obiettivi di vita. E, ancora più grave, spesso i costi assorbono totalmente il rendimento.
Quali sono quindi i principali motivi per cambiare banca facilmente e senza intoppi?
Quando è ora di cambiare Banca?
Servizio e attenzione
L’aspetto più importante e che suscita maggiori emozioni è il tema del servizio ricevuto, o meglio, della qualità dello stesso. Viviamo in un mondo di opportunità, cambiamo ristorante preferito, la marca di abbigliamento, la casa, la macchina, le nostre abitudini di spesa semplicemente facendo qualche clic nel web. Tutto questo alla ricerca di quella perfezione nel servizio che pensiamo di meritare. Il rapporto con la Banca non è da meno, a maggior ragione quando affidiamo al nostro interlocutore il nostro patrimonio frutto di una vita di lavoro. E per questo ci aspetteremo di essere conosciuti, capiti e trattati dalla nostra banca con tutte le accortezze che riteniamo necessarie.
E invece il più delle volte il nostro interlocutore abituale in Banca cambia rapidamente e che ogni volta che entriamo in Banca siamo trattati come dei perfetti sconosciuti, o peggio, come “portafogli viventi”. Tante volte è difficile contattare la nostra Banca perchè spesso e volentieri, per i più svariati motivi, il telefono viene ignorato. Se abbiamo una necessità o anche solo per essere confortati in un momento in cui le cose vanno male, dobbiamo necessariamente aspettare l’orario di apertura della filale sperando che qualcuno ci ascolti.
E quante volte la nostra Banca ci ha chiesto il motivo per cui investiamo? L’obiettivo che vogliamo raggiungere? Le nostre paure e punti di debolezza? Chi sono le persone care intorno a noi e come possiamo prendercene cura mettendo a lavoro il nostro patrimonio? Sicuramente non molte.
Costo
Il tema del costo è un tema importante su cui ragionare quando si pensa a cambiare Banca. I costi generalmente includono gli oneri di sottoscrizione/rimborso e di gestione. I primi vengono applicati in deconto dell’importo investito/rimborsato e i secondi incidono indirettamente sullo strumento finanziario. Non dovendo necessariamente demonizzare il costo (ci stupiremmo di poter acquistare un maglione gratis o pagando solo la lana necessaria per cucirlo?), è necessario che questo sia proporzionale alle aspettative circa il rendimento. Una persona che mira a conservare il proprio capitale si aspetterà di acquistare un prodotto con poco rendimenti e poco rischio. E se questo avesse, poniamo, un costo di sottoscrizione del 3%? Quanti anni di mercato (buoni) sarebbero necessari per l’investitore di riavere perlomeno il capitale investito? E se invece la nostra banca ci proponesse di sottoscrivere un prodotto apparentemente senza costi in entrata ma con oneri di uscita per diversi anni? Discorso analogo. Capitolo a parte meritano i cosiddetti “fondi di fondi”, cioè fondi di una determinata casa di gestione che investono non direttamente in strumenti finanziari sul mercato, ma attraverso l’acquisto di altri fondi, con il risultato di sovraccaricare di costi il prodotto. Tale discorso può essere affrontato per le polizze Unit, per le quali il costo può (non necessariamente lo sarà) risultare comunque spropositato rispetto alla qualità. Per capire quanti costi affrontiamo annualmente, ogni fine anno la nostra banca ci deve consegnare l’informativa con il report dettagliato di tutti gli oneri sostenuti per la gestione degli investimenti.
Qualità
Non meno importante del costo è la qualità di ciò che ci viene offerto. Molto spesso la Banca tradizionale ha un ventaglio di soluzioni a disposizione assai limitata, Pertanto il consulente che indirizzi il cliente verso una determinata asset class si troverà ad avere una scelta ridotta di strumenti, alle volte anche solo uno, e non necessariamente il migliore. Ma capire la qualità di ciò che ci viene offerto è anche forse più difficile che capirne il costo. La risposta non è sicuramente nei fogli informativi, ma basterà fare una ricerca su internet per avere un quadro generale. Diversi sono infatti i siti che offrono gratuitamente delle “valutazioni” a strumenti finanziari quali i fondi di investimento: Morningstar è sicuramente il più famoso, ed offre una valutazione di risultati storici (espressa in stelle) e una qualitativa espressa a parole (Oro, Argento, Bronzo, Neutrale, Negativo) per il team che gestisce il fondo. Altri siti specializzati sono Quantalys, CFS Rating e Citywire. Questo per ciò che concerne i fondi. Più difficile è confrontare le polizze Unit Linked o a Gestione separata. Nel primo caso è bene fare attenzione alla abbondanza di strumenti investibili (generalmente più soluzioni ci sono, più si ha libertà di scegliere per il meglio), ai costi di entrata/uscita e gestione, alla diversificazione delle case prodotto. Per le polizze di Ramo I ciò che bisogna guardare sono i rendimenti conseguiti nel tempo, il costo trattenuto dalla Compagnia Assicuratrice e la solidità della stessa (vedi caso Eurovita)
Indipendenza
Perchè ordinare il vino della casa in un ristorante stellato anzichè consultare la lista dei vini? Perchè nella mia Banca dovrei acquistare il fondo XYZ offerto dalla Banca XYZ? E’ sicuramente nel mio interesse di investitore acquistare un fondo della società Grandiaffari Sgr che investe in fondi della Grandiaffari Sgr? O la polizza unit che acquisto nella Banca ABC che investe solamente in fondi della Menobanca Sgr,che fa capo alla Banca ABC?
La soluzione prodotta “in casa” può essere sicuramente una buona scelta, ma difficilmente sarà la migliore. Da qui l’importanza di affidarsi a consulenti che possano garantire una certa estraneità a discorsi legati alle politiche commerciali del proprio datore di lavoro.
Come fare per cambiare?
Se una o più delle cose descritte sopra ci è familiare, è ora di pensare a cambiare Banca.
Si … ma come fare? Ecco le casistiche che maggiormente frenano i clienti dal cambiare Banca:
“Sul mio conto bancario ho accreditato lo stipendio, pago le utenze di casa, c’è la carta di credito con cui pago praticamente tutto, il bancomat della Banca è sotto casa!”
“E dei miei investimenti? Non li posso vendere ora perchè altrimenti accuserei delle minusvalenze! Meglio aspettare che riprendano un pò i loro valori e poi decido!”
“Ho delle polizze di investimento, come posso fare per avere lo stesso grado di protezione e tutela della mia vita famigliare?”
“Ho anche acceso un piano di previdenza complementare con la mia Banca, non posso cambiare ora e perdere tutto, si tratta della mia pensione!”
A queste domande cerchiamo di rispondere nelle prossime righe:
Cambiare Banca se hai un conto corrente
Spesso sul conto corrente, vengono associate sempre più informazioni personali quali ad esempio l’accredito dello stipendio/pensione, il pagamento delle utenze, il bancomat, carta di credito ecc. e quindi la scomodità di cambiare banca prevale sull’opportunità. E’ bene sapere che trasferire il conto corrente è più semplice di quanto si possa immaginare. Una volta aperto un nuovo conto corrente presso la nuova Banca si può utilizzare il Servizio di Trasferimento dei servizi di pagamento per poter trasferire tutto (o quasi) ciò che è legato al conto corrente, senza troppi affanni. La nuova banca, infatti, penserà a tutto senza bisogno dell’intervento personale del cliente o del contatto con la filiale di riferimento. Si potranno trasferire tutti gli addebiti SDD (generalmente utenze) , i bonifici ricorrenti in uscita dal conto corrente e quelli in entrata sul conto corrente in chiusura. Si potrà, inoltre, chiedere il trasferimento della liquidità sul conto corrente e, infine, chiuderlo. Decisamente una facilitazione per cambiare Banca.
Attenzione! Il servizio prevede che i due conti correnti abbiano la medesima intestazione, se ciò non fosse possibile, si dovrà procedere tradizionalmente (generalmente tramite PEC e/o raccomandata).
Nel caso che sul conto corrente in chiusura siano presenti carte di credito e/o assegni, occorrerà restituire queste o fisicamente alla filiale o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o presentare denuncia di smarrimento.
Per gli accrediti quali stipendio fatture in entrata, basterà comunicare il nuovo IBAN al datore di lavoro/ ai propri clienti.
Cambiare Banca se hai investimenti nel dossier titoli
Hai deciso di cambiare Banca, ma hai degli investimenti nel dossier titoli e non sai come fare. Sappi che molto spesso gli strumenti finanziari possono essere trasferiti da una banca all’altra.
Innanzitutto, se hai scelto di cambiare Banca, qualche cosa del tuo vecchio consulente finanziario non ti ha convinto, perciò è bene considerare con il tuo nuovo consulente se gli strumenti finanziari in tuo possesso siano efficienti e coerenti con i tuoi desiderata. Se risultassero ancora compatibili, puoi verificare la trasferibilità degli stessi con il tuo nuovo consulente. Ma se così non fosse, è bene non fasciarsi la testa se sarai costretto a venderli, anche in minusvalenza, per poter ottenere uno strumento più adeguato e più efficiente. D’altronde se hai deciso di cambiare è perchè il tuo obiettivo è quello di migliorare la tua situazione finanziaria, non per mantenerla inalterata! In più, avrai la possibilità di dedurre dai tuoi rendimenti futuri (entro 4 anni) le minusvalenze generate (sotto determinate condizioni).
Per trasferire Azioni, Obbligazioni, BTP, Certificates o altri strumenti di risparmio amministrato puoi usare lo strumento di trasferibilità degli strumenti finanziari standardizzato (TDT) rivolgendoti alla tua nuova Banca. Con tutte le informazioni necessarie (codici ISIN, numero di quote o azioni, numero del dossier titoli di provenienza e di atterraggio) tutti gli strumenti finanziari verranno trasferiti nel nuovo dossier titoli entro 19 giorni lavorativi. Se vorrai trasferire solo alcuni dei titoli presenti nel dossier, non potrai usufruire del servizio TDT e dovrai richiedere al tuo consulente il trasferimento del singolo titolo, ma potrebbero essere necessari più giorni.
Se vuoi trasferire quote di OICR, vale a dire fondi o Sicav, potrai richiedere il servizio di Cambio collocatore. In questo caso potrai decidere tu liberamente quali strumenti trasferire presso il nuovo intermediario, non essendo obbligato a trasferire tutto il contenuto del dossier. I tempi in questo caso, potrebbero allungarsi rispetto al TDT e variano da Banca a Banca.
In alcuni casi, è possibile tramite il TDT trasferire sia quote di OICR sia strumenti di risparmio amministrato. In questo caso è bene chiedere al nuovo consulente.
Sia che si utilizzi il TDT o il cambio collocatore, gli strumenti finanziari vengono trasferiti al costo originario, preservando quindi le minus/plus valenze latenti a patto che queste atterrino nel dossier titoli con la medesima intestazione di quello di partenza. Nel caso si volesse trasferire in un dossier con diversa intestazione, ad esempio uno cointestato, prima del trasferimento verrà regolata la fiscalità e il passaggio avverrà al nuovo valore di carico.
Cambiare Banca se hai investimenti in polizze Vita o finanziarie
Hai scelto di destinare parte del tuo patrimonio in polizze Vita e/o finanziarie per sfruttare i benefici che queste ti garantiscono e vuoi adottare la stessa ripartizione nella nuova Banca. La situazione è molto semplice. Le polizze a scopo di investimento non sono trasferibili in nessun modo. Pertanto l’unica cosa che potrai fare è chiedere il riscatto o presso la vecchia banca o direttamente alla Compagnia. Potrai richiedere il riscatto direttamente alla Compagnia che le ha prodotte tramite raccomandata o anche per PEC o nell’area clienti, anche tramite appositi moduli messi spesso a disposizione sul proprio sito. L’accortezza è di far pervenire alla Compagnia la dichiarazione Antiriciclaggio e di Certificazione di residenza (Fatca) e per il quale la nuova Banca può fare anche da intermdiario.
Se una parte importante del patrimonio è investita in strumenti di questo tipo, preliminarmente occorrerà verificare con la nuova potenziale Banca se questa sarà in grado di poter offrire un servizio adeguato e di qualità in tal senso.
Cambiare Banca se hai fondi pensione o PIP
Hai sottoscritto con la tua vecchia Banca un Fondo di Previdenza complementare Aperto (FPA) o un Piano Individuale Pensionistico (FIP) e temi di perdere i benefici fiscali se decidi di cambiare interlocutore finanziario. In questo caso potrai decidere liberamente se tenere aperta la tua posizione previdenziale così com’è e continuare a versarci i tuoi contributi anche dalla nuova banca, oppure se trasferirla in un prodotto analogo presso il tuo nuovo intermediario.
La legge ammette, infatti, il trasferimento dell’intera posizione previdenziale (non è ammesso il trasferimento parziale) a patto che siano decorsi almeno due anni dalla data di adesione. Trasferendo la posizione, anche tutta la fiscalità verrà trasferita al nuovo fondo pensione, mantenendo, inoltre, intatta la anzianità di permanenza alla previdenza complementare (utile ai fini della determinazione dell’aliquota di tassazione al momento del pensionamento). E’ possibile trasferire da un PIP ad un FPA e viceversa, nonchè da un Fondo Negoziale di Categoria a uno dei suddetti strumenti. Sarà bene confrontarsi con il tuo nuovo consulente su quale soluzione meglio si adatta alle tue esigenze, se affidarsi ad una soluzione assicurativa (PIP) o a un Fondo Aperto.
La richiesta va effettuata presso il nuovo soggetto destinatario del tuo risparmio pensionistico che provvederà ad attivarsi presso il vecchio interlocutore per il trasferimento. I tempi, in questo, caso, possono arrivare fino a sei mesi prima che questo venga completato.
Cambiare Banca se hai minusvalenze pregresse
Hai deciso di cambiare Banca ma nel corso del rapporto ha inevitabilmente prodotto minusvalenze e temi di perderle. Sappi che queste possono essere semplicemente trasferite richiedendo, tramite raccomandata o PEC, la certificazione alla vecchia Banca e la consegna alla nuova Banca. Questa provvederà a caricarle sul tuo zainetto fiscale così nulla sarà perduto e avrai modo di sfruttare l’opportunità di compensarle dai tuoi futuri rendimenti sotto determinate condizioni.
Preliminarmente, occorrerà estinguere il dossier titoli originario presso la vecchia Banca.
Conclusioni
Abbiamo visto quali sono i motivi che spingono a cambiare Banca, evidenziando il sempre maggior bisogno delle persone ad ottenere servizio di qualità e personalizzazione. Si sono esaminate le difficoltà maggiormente riscontrate nel cambiare banca e le soluzioni che possono essere facilmente intraprese per riuscirvi, facendo esempi concreti di operatività.
Se il servizio che la tua Banca non ti soddisfa più, aspettare e sperare che con il tempo le cose migliorino spesso può portare a insoddisfazione e perdita di tempo. Valuta attentamente se il tuo nuovo consulente può essere la persona giusta cui affidare il tuo futuro. Se così fosse, non esitare a cambiare.
Potresti scoprire che battere Bolt in velocità non è poi così impossibile.