In un contesto di mercato che torna a fare i conti con l’aumento dei prezzi a livello globale e specialmente per ciò che riguarda l’area USA, le obbligazioni Inflation linked fanno parlare di sé come protezione contro l’inflazione. Le obbligazioni legate all’inflazione sono titoli di debito Governativo il cui rendimento in qualche modo è influenzato dall’andamento dell’inflazione, misurata tramite un apposito indice (il Consumer Price Index CPI per gli USA o l’indice dei prezzi al consumo per famiglie e operai FOI per l’Italia). Tale meccanismo di adeguamento può variare da paese a paese, così come il parametro preso a riferimento dell’aumento dei prezzi. Prendiamo in considerazione il mercato più vasto, vale a dire quello dei Treasuries Inflation Protected Securities (TIPS) statunitensi e vediamo il funzionamento.
Tutte le obbligazioni hanno un valore nominale che viene rimborsato alla scadenza, sulla cui base viene pagata una cedola periodica agli investitori e che ne rappresenta il rendimento. Vale a dire che un’obbligazione acquistata in emissione al valore di 100 che garantisce una cedola annuale del 2% avrà un rendimento annuale, a scadenza, del 2%. Tale capitale rimane sempre pari al nozionale, in qualunque momento di vita dell’obbligazione, mentre ciò che può diminuire, o aumentare, è il prezzo di mercato del titolo e quindi il suo rendimento. Le obbligazioni TIPS, invece, ad ogni scadenza cedolare adeguano il loro capitale nominale alla variazione dell’inflazione e di conseguenza la cedola riconosciuta all’investitore varia in termini nominali, ma rimane costante in termini reali. Alla scadenza, anche il capitale nominale viene riconosciuto previo adeguamento alla variazione dell’inflazione.
Le obbligazioni TIPS offrono dunque la possibilità di avere una proxy dell’inflazione attesa, confrontando il rendimento offerto con quello di una obbligazione di pari scadenza a tasso fisso. Le prime, infatti presentano generalmente un rendimento inferiore, in quanto garantiscono l’adeguamento all’inflazione, rispetto alle ultime. Il differenziale di rendimento tra le due categorie di obbligazioni è proprio l’aspettativa di inflazione o inflazione di break even, sulla maturity considerata. Vediamo nella figura come si sono mossi i rendimenti offerti dai titoli americani TIPS e plain vanilla con scadenza 5 anni nel corso dell’ultimo anno nella figura 1.
La linea verde rappresenta i rendimenti del treasury a tasso fisso con scadenza 5 anni e l’area blu quello del TIPS con equivalente scadenza. Alla data del 27/01/2022, il Treasury rende l’1,6452%, mentre il TIPS -1.051%. L’aspettativa di inflazione a 5 anni dovrebbe essere quindi pari alla differenza dei rendimenti, vale a dire circa il 2,6%.
Come si vede dalla figura 2, il rendimento del 5 anni a tasso fisso si è apprezzato di circa l’1,22%, mentre il TIPS dello 0,78%, segno evidente che le aspettative di inflazione a 5 anni in USA nel corso dell’ultimo anno sono cresciute. Come è facile notare, il differenziale tra i due tassi di crescita dei rendimenti tende ad aumentare a partire da Ottobre del 2021, quando le aspettative circa un’inflazione non più solo transitoria si sono fatte più concrete.
Si è parlato dunque del vantaggio offerto dalle obbligazioni inflation linked di protezione rispetto il rialzo dei prezzi. Allo stesso tempo dobbiamo considerare anche il rischio di possedere questo tipo di obbligazioni che ha a che fare con il fatto di acquistare tassi reali e considerare l’inflazione di break even come buona approssimazione dell’inflazione effettiva.
Fintanto che ad un apprezzamento dei tassi nominali corrisponderà, quindi, un apprezzamento dell’indice inflattivo, queste soluzioni non dovrebbero accusare perdite di valore dovute all’incremento dei tassi, a differenza delle omologhe a tasso fisso.
In un contesto come quello vissuto nella seconda metà del 2021, in cui l’inflazione è tornata su livelli decisamente apprezzabili e le Banche Centrali, FED in testa, hanno deciso di “rimanere dietro la curva” dei tassi, adottando quindi una politica monetaria meno reattiva che in passato, le obbligazioni legate all’inflazione hanno vissuto un apprezzamento, beneficiando del contesto di crescita dell’inflazione non accompagnata da rialzo dei tassi, e quindi da tassi reali in contrazione. Viceversa, uno scenario che vede l’inflazione crescere meno delle attese, o una politica più hawkish assunta dalle Banche Centrali rispetto alla curva dei tassi e al contenimento dell’aumento dell’inflazione, come sta accadendo già tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 per la FED, puo’ portare i tassi reali a crescere, con conseguente riduzione dei prezzi delle obbligazioni Inflation linked.
Una soluzione che può mitigare l’effetto negativo dell’innalzamento dei tassi reali in un contesto di incertezza come quello che presenta l’anno in corso, è quello di preferire obbligazioni Inflation linked con Duration ridotta. Da un lato, i prezzi saranno meno sensibili al variare dei tassi e dall’altro saranno più frequenti le scadenze che permetteranno al gestore di riposizionarsi più facilmente sulla curva dei rendimenti che il mercato offrirà di volta in volta.