Marco e Gabriele sono due amici di vecchia data. Entrambi erano diplomati alla stessa scuola e hanno sviluppato una forte amicizia sin da quando erano bambini. Nel corso degli anni, hanno condiviso gioie e dolori, avventure e sfide, e alla fine, si sono ritrovati nel 2007, ormai 50 enni, ad essere assunti dalla stessa società, la Global Tech, una piccola ma proficua realtà.
Quando sono stati presentati all’ufficio risorse umane, Marco e Gabriele hanno ricevuto delle informazioni sommarie circa il TFR e la sua destinazione, alla luce del nuovo decreto legislativo 252 del 2005 che entrava in vigore proprio in quell’anno. La società contava solo di 40 dipendenti all’epoca, pertanto non erano stati presi accordi aziendali o sindacali per identificare un fondo pensione negoziale di categoria. Gabriele ha un carattere più impulsivo e fiducioso delle proprie capacità, perciò decise semplicisticamente di lasciare il TFR in Azienda. Marco, invece, è più riflessivo e sa riconoscere i suoi limiti. Perciò, sentito anche un consulente, decide che il proprio TFR debba essere accantonato presso un fondo pensione aperto.
I due amici lavorano duramente per la piccola società per oltre 16 anni. Durante questo periodo, hanno ottenuto promozioni, hanno affrontato sfide professionali e si sono divertiti insieme. Il tutto, caso eccezionale, riuscendo ad avere sempre la medesima retribuzione e il medesimo inquadramento.
Nel 2022, giunge per entrambi il fatidico momento del pensionamento.
Purtroppo in quell’anno si è verificato un crollo del mercato azionario che ha colpito molte persone in tutto il mondo, incluso il fondo pensione di Marco.
In più Gabriele, sempre convinto di aver effettuato la scelta corretta riguardo al suo TFR, mostra al suo amico la prima pagina di un noto giornale il cui titolo recita:
“Gabriele, capisco che tu abbia deciso di non aderire al fondo pensione, ma lascia che ti mostri qualcosa”, disse Marco, tirando fuori un foglio di calcolo dal suo zaino. “Guarda, il mercato azionario ha subito un crollo del 14% l’anno scorso, è vero, e a conti fatti il valore del mio Fondo pensione è addirittura di poco inferiore al tuo TFR che hai lasciato in Azienda, ma io riscatterò una posizione ben più alta della tua!”
“Come è possibile?” domanda Gabriele guardando il foglio di calcolo con interesse crescente.
“Vedi, Gabriele, aderendo al fondo pensione non solo ho cercato di diversificare il rischio dei miei investimenti pensionistici, ma ho sfruttato tutte le agevolazioni fiscali. Il mio TFR al fondo pensione, infatti, verrà tassato al 14,70%”, spiegò Mario. “E il TFR in Azienda? Quanto viene tassato?”, domanda Gabriele. “Amico mio, il tuo TFR verrà tassato con l’aliquota media degli ultimi 5 anni lavorativi. Considerando che abbiamo avuto lo stesso sviluppo di carriera, la nostra prima retribuzione era di 55.000 € annui lordi ed è cresciuta del 2% ogni anno, la tua aliquota sarà del 33,43%”.
“Pertanto, anche se il mio montante accumulato nel fondo pensione è di 87.000 €”, continua Marco, “mentre il tuo credito presso l’azienda è di 88.350 €, io incasserò circa 77.000 € in confronto ai tuoi 64.600 €”
“Quasi il 20% in più! Una bella somma!” pensa a voce alta Gabriele che comincia a riflettere sulla bontà delle sue scelte.
“No, molto di più!” infierisce Marco.
“Di più? E quanto? E come hai fatto?” domanda Gabriele
“Ti ho detto che ho sfruttato tutti i vantaggi fiscali…” spiega Marco
“Io nel fondo pensione ci ho creduto sin dall’inizio e, per garantirmi una liquidazione maggiore al momento del pensionamento, ho attivato anche un versamento annuale di 1.200 € da quando siamo stati assunti. Lo sapevi che puoi dedurre dal reddito quello che versi al fondo pensione? Facendo due calcoli, io ho versato in questi 16 anni 19.200 € di contributi volontari e ne ho ricevuti indietro 7.356 €, praticamente il 40%.”
“E dove sono questi contributi che hai versato?”
“Hanno contribuito a formare il montante del fondo pensione. Che oggi è di 111.800 € circa, di cui 13.200 € andranno in tassazione, mentre 98.500 € sarà il capitale netto che potrò incassare”
“Quindi mi stai dicendo che versando solamente 11.884 € netti in questi 16 anni hai ottenuto quasi 34.000 € in più di me? Vuol dire un rendimento del 186% in 16 anni, cioè circa l’11% annuale!” esclama Gabriele.
“Esatto! Vedo che anche tu te la cavi con i numeri!” dice Marco.
“Forse non così tanto come credevo! Dai, prendiamoci un caffè per festeggiare il pensionamento… offro io!” esclama Gabriele, dopo aver accartocciato il giornale
Qual è la morale di questa storia?
Innanzitutto che si deve imparare a ragionare con la propria testa e non farci influenzare dalle notizie.
Non ha alcun senso paragonare il rendimento di uno strumento che può variare di valore (il Fondo Pensione) con uno che non può farlo (la rivalutazione del TFR in azienda), soprattutto in un momento in cui le condizioni di mercato sono sfavorevoli, si rischierebbe di avere una visione estremamente parziale dell’argomento.
La previdenza complementare ha numerosi vantaggi fiscali che rendono il tema della performance quasi di secondo piano.
Un piccolo sforzo economico può portare un grande risultato nel tempo, specie se aiutato fiscalmente.
Richiedi la consulenza di uno specialista se pensi di non essere sicuro dell’argomento, ne guadagnerà il tuo tenore di vita