Per gli investitori che operano in diverse valute, il rischio di cambio può avere un impatto significativo sul rendimento complessivo del portafoglio. Il mercato finanziario è caratterizzato da una vasta gamma di opportunità di investimento, ma è anche suscettibile ai rischi di fluttuazione delle valute. In questo articolo, analizzo gli effetti del rischio di cambio Euro/Dollaro per un investimento finanziario e analizzerò le strategie di investimento a cambio coperto, evidenziandone limiti e opportunità.

Il rischio di cambio

Il rischio di cambio si riferisce alla possibilità che il tasso di cambio tra due valute possa variare nel tempo, influenzando il valore degli investimenti denominati in una valuta diversa da quella dell’investitore. Questo rischio può derivare da fattori macroeconomici, di politica monetaria, politici e geopolitici che influenzano la domanda e l’offerta delle valute sul mercato internazionale.

Per gli investitori che hanno esposto il proprio patrimonio a valute straniere, le fluttuazioni dei tassi di cambio possono portare sia all’apprezzamento del proprio investimento sia, naturalmente, al proprio deprezzamento. 

Prendendo in considerazione il cross valutario più importante e che ci riguarda più da vicino, vale a dire il cambio Euro Dollaro, se un investitore europeo detiene in portafoglio strumenti finanziari denominati in Dollari e il valore dell’Euro si apprezza rispetto alla valuta statunitense (quindi Il cambio EUR/USD aumenta di valore), il rendimento in euro del portafoglio diminuisce.

Viceversa, un deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro (un apprezzamento quindi del rapporto EUR/USD) significherebbe per lo stesso investitore un guadagno sul proprio portafoglio investimenti.

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Il cambio Euro Dollaro

In questi giorni, il cambio Euro Dollaro si attesta intorno a 1.106 e scambia quindi agli stessi valori grosso modo rintracciabili a Marzo del 2003, poco dopo, quindi, l’entrata in vigore dell’Euro. Si è arrivati a questo valore dopo che si è sperimentata per la prima volta dalla sua introduzione, ad Agosto 2022, una discesa del cambio euro dollaro al di sotto della parità. Vale a dire che per la prima volta per acquistare un singolo Euro si sarebbe speso meno di un dollaro. Il movimento è riconducibile evidentemente alla violenza del rialzo dei tassi deciso dalla FED per contrastare l’inflazione, rispetto all’intervento di politica monetaria in area euro, più blando e iniziato più in ritardo. Oggi tale valore è rintracciato fino a 1.106 per effetto delle aspettative circa una pausa nei rialzi dei tassi americani.

Come si è visto, il rischio di cambio influenza il rendimento di un portafoglio. Basti pensare che il mercato trainante è tutt’oggi quello statunitense, quotato pertanto in dollari. Ma anche se si spostasse l’attenzione verso i paesi emergenti, dopo la valuta locale, è sicuramente il dollaro la valuta di riferimento principale. E questa è anche la valuta tramite cui avvengono gli scambi delle commodities più comuni come ad esempio il petrolio.

Diventa quindi fondamentale saper gestire il rischio valutario.


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Fig.A Cambio EUR/USD
Ritorno all'equilibrio o mean reversion

Da quanto visto prima, si è sperimentato che nel lungo periodo il cambio Euro Dollaro sembra essere tornato ad un punto di equilibrio. Risultato ancora più evidente se consideriamo (v. figura A) l’oscillazione dello stesso attorno ad un valore medio da ormai oltre 8 anni, cioè da Febbraio 2015.

Ciò potrebbe far presupporre che la gestione del rischio di cambio, e quindi la sua copertura, trovino il loro fondamento non tanto nel medio lungo temine in chiave stategica, quanto nel breve termine e quindi in chiave più tattica.

Come è evidenziato dalla figura B, solo nell’ultimo anno si è assistito ad un apprezzamento del rapporto Euro Dollaro dell’11% vale a dire una variabile in grado di appesantire o spingere al rialzo le performances dei portafogli.

Come altrettanto evidente è stato l’impatto positivo dell’apprezzamento del Dollaro nei confronti dell’Euro (+21%) nel periodo di massima crisi avvenuta a cavallo tra la fine del 2021 e la fine di settembre 2022 (vedi fig C).

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Fig B Il cambio EUR/USD ultimi 12 mesi
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Fig C Cambio EUR/USD nel 2022

Viene quindi naturale pensare a quali effetti positivi avrebbe avuto una pronta e corretta gestione del rischio di cambio in contesti di estrema volatilità come quelli avvenuti nel corso del 2022. 

La copertura del rischio di cambio

Molti strumenti del risparmio gestito (attivo o passivo) prevedono la possibilità di essere coperti dal rischio di cambio, andando di fatto ad annullare gli effetti della variazione del rapporto Euro Dollaro e quindi, auspicabilmente, ad accrescere la performance. Tale copertura avviene attraverso l’acquisto o la vendita di strumenti derivati. Come è facile pensare, questo presuppone un costo. Esso è tanto maggiore tanto maggiore è il differenziale dei tassi a breve termine dell’area UE e della curva americana. In questo momento, tale differenziale (e quindi costo), si aggira intorno a 1,80 e 1,90 per cento. Questo dato contribuisce in ogni modo ad appesantire il rendimento dello strumento di investimento, specialmente se viene effettuata una copertura (hedging) in un contesto di mercato sfavorevole.

Quando coprirsi dal rischio di cambio

A valle di quanto detto finora, vediamo quando è conveniente coprirsi dalla variazione del rapporto di cambio Euro dollaro.

 

Volatilità

Si può dedurre che è conveniente effettuare una copertura del rischio di cambio quando si investe in titoli e strumenti a bassa volatilità, come ad esempio fondi monetari e obbligazionari. La ratio è che una variazione negativa del rischio di cambio può più che sovraperformare l’apprezzamento dello strumento, andando a vanificare il rendimento conseguito. Viceversa, quando si investe in strumenti più aggressivi e volatili, come ad esempio strumenti del mercato azionario e commodities, una variazione avversa del cambio può avere un effetto decisamente minore rispetto all’apprezzamento dello strumento in valuta

Orizzonte temporale

Come visto in precedenza, la gestione del rischio di cambio può essere pensata maggiormente in un’ottica tattica piuttosto che strategica, pertanto chi verosimilmente pensa al piano finanziario concordato con il consulente finanziario nel lungo termine può anche optare per effettuare poca o nessuna copertura del rischio valutario

Costo

La copertura presuppone un costo che può influire sulla performance dello strumento finanziario. Pertanto, chi è sensibile all’aspetto del costo e preferisce gestire la performance positiva o negativa dello strumento finanziario, può optare per soluzioni che non abbiano già incorporato al loro interno la copertura del rischio di cambio (si vedrà spesso la dicitura EUR-hedged o EUR-H), ma piuttosto suddividere l’investimento in strumenti omologhi (ad esempio in soluzioni che investono nel mercato obbligazionario corporate Investment Grade) in parte in dollari, senza copertura di cambio, e in parte in euro. Il risultato è che si otterrà una copertura naturale nel complesso del portafoglio.

Momentum

In generale negli ultimi 10 anni, le strategie con la copertura del rischio di cambio hanno sottoperformato rispetto a quelle non coperte, ciò per l’effetto di mean reversion del rapporto Euro dollaro visto in precedenza. L’occasione di optare per le soluzioni Eur Hedged può avere più senso quando il rapporto di cambio tra le due valute risulti discostato dai valori medi di medio periodo. Occorre considerare anche altre variabili di breve termine. E’ innegabile, infatti, che in momenti di instabilità e incertezza, il dollaro americano ha mostrato sempre una maggiore forza

Conclusioni

Premettendo che ogni portafoglio ben bilanciato debba considerare nella sua parte core una sensata combinazione di valute, se non altro per ottemperare al sano principio della diversificazione, nella parte satellite dedicata a visioni tattiche e/o di breve periodo, può essere gestito l’aspetto valutario a seconda delle aspettative di mercato, dell’appetito per il rischio del singolo investitore e del costo di hedging al momento della costruzione del portafoglio 

Si è visto come si può ricercare una copertura del rischio di cambio, le sue implicazioni positive e negative e quali sono gli strumenti che possono essere maggiormente conciliati con la esposizione alla variazione del cambio. 

26/07/2023