Perchè la conoscenza finanziaria
L’OECD (Organization for economic co-operation and development) ha effettuato uno studio globale sul livello di alfabetizzazione finanziaria sulla popolazione adulta. In particolare, vengono presi in considerazioni sondaggi effettuati in 39 paesi, 8 dei quali appartenenti al G20.
L’alfabetizzazione finanziaria è riconosciuta a livello globale come una competenza chiave della vita quotidiana, essenziale per l’autonomia degli individui e per sostenere il benessere finanziario di persone e società.
La stessa Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, adottata dalle Nazioni Unite nel 2015, tra i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) contempla l’Istruzione di qualità, includendo l’alfabetizzazione finanziaria come elemento chiave per la crescita economica e il benessere individuale.
La survey dell'OCSE
Secondo l’OCSE, l’alfabetizzazione finanziaria è una combinazione di consapevolezza, conoscenza, abilità, atteggiamenti e comportamenti finanziari necessari per prendere decisioni finanziarie ponderate e raggiungere, in definitiva, il benessere finanziario individuale.
Il rapporto consta di tre macro-aree di indagine:
- Conoscenze finanziarie
- Comportamenti finanziari
- Attitudini finanziarie
Il punteggio complessivo di conoscenza finanziaria varia da 0 a 100. Punteggi più alti indicano livelli più elevati di alfabetizzazione finanziaria. Poiché le domande riflettono aspetti basilari di conoscenza, comportamenti e atteggiamenti finanziari, si può ritenere che i soggetti che ottengono 100 punti abbiano una comprensione di base dei concetti finanziari e applichino principi prudenti alle loro finanze personali e ai rapporti con il settore finanziario.
Il caso Italia
Più che analizzare i risultati complessivi dell’indagine è bene soffermarsi sul confronto tra Italia e gli altri paesi partecipanti. Il quadro diventa assolutamente desolante e vediamo perché.
Il punteggio complessivo degli intervistati in Italia, infatti, raggiunge il valore di 53 (su 100), ben al di sotto della media del totale dei paesi, pari a 60/100, e soprattutto dei paesi OECD, pari a 63/100. A ben vedere, dal sondaggio risultiamo ULTIMI in Europa, appena dietro la Romania (54/100) e l’Albania (56/100) e al quart’ ultimo posto nel mondo, avendo il “merito” di distanziare Yemen, Cambogia e Paraguay. Oltre alla classifica, risalta il fatto che Paesi molto vicini a noi culturalmente quali Francia, Germania e Spagna totalizzino punteggi ben superiori, pari a 62, 76 e 64 rispettivamente. La stessa Grecia oltrepassa il punteggio di 60.
La survey si sposta quindi ad analizzare nel dettaglio le risposte degli individui che possiedono un qualunque tipo di strumento finanziario e viene stilata una classifica in cui si evidenzia la popolazione che riesce ad ottenere un punteggio sufficiente (70/100).
Anche in questo caso, purtroppo, non siamo esenti da critiche: solamente il 17% circa degli italiani che possiedono almeno uno strumento finanziario, NON raggiunge la sufficienza.
Il divario è però decisamente più netto, in quanto la media Overall è di 32% e dei Paesi OECD ben 37%, vale a dire più del doppio degli italiani.
Inutile dire che manteniamo il poco invidiabile record di maglia nera in Europa e che a livello mondiale possiamo vantarci di ottenere punteggi migliori di Cambogia, Cipro, Panama, Paraguay e Yemen.
Il benessere finanziario
Il benessere finanziario individuale e la resilienza finanziaria sono diventati concetti di primaria importanza negli ultimi anni.
il benessere finanziario ha a che fare con la misura in cui gli individui possono soddisfare le loro attuali necessità e impegni finanziari (e se riescono a farlo comodamente), affrontare shock finanziari negativi, sentirsi sicuri del proprio futuro finanziario e avere la capacità di fare scelte che consentano loro di raggiungere i propri obiettivi finanziari futuri.
L’educazione finanziaria mira a rendere le persone più preparate a gestire denaro e finanze, raggiungere i propri obiettivi finanziari ed evitare lo stress legato ai problemi economici, migliorando così il loro benessere.
La survey sul benessere finanziario include un aspetto oggettivo e uno soggettivo, cui viene dato un punteggio massimo equiponderato di 50.
Sotto questo aspetto, l’Italia ottiene un punteggio migliore rispetto ai precedenti, risultando in linea con la media Overall, ma al di sotto della media OECD. Non stupisce che la parte preponderante del punteggio ottenuto dall’Italia sia nelle risposte a quesiti oggettivi piuttosto che soggettivi. Come a dire che l’Italia è un paese economicamente più solido rispetto ad altri ma con meno attitudine a conoscenza e comportamenti finanziari corretti.
C’è ancora bisogno di consulenza
Alla luce di questi dati, per larghi tratti impietosi, emerge prepotente il bisogno del risparmiatore italiano di un salvifico bagno di umiltà e di essere affiancato dalla consulenza finanziaria per il raggiungimento degli obiettivi e il benessere finanziario.
I cambiamenti che stanno avvenendo in questi anni e che avverranno nei prossimi non potranno che portare atro che bene all’investitore italiano, in termini di qualità di consulenza, attenzione alle peculiarità del singolo cliente e alla diffusione di cultura finanziaria.